L'origine dei Bagni Fiume risale ad una piccola struttura costruita da Costante Neri tra la fine del 1800 e i primi anni del 1900, fu poi il figlio, il Cavaliere del Lavoro Tito Neri, che intorno al 1918 decise di incrementare ed ampliare questo stabilimento balneare iniziando a costruire con la propria impresa marittima un complesso di strutture in legno fondate su palafitte, così come sono rappresentate sulle foto d’epoca, per utilizzare ai fini della balneazione i nuovi specchi acquei ottenuti in concessione.
Inizialmente lo stabilimento era strutturato su un pontile di legno, alla cui estremità si apriva uno specchio acqueo, circondato da un arenile e da poco più di trenta cabine.
Sin dalla loro nascita i Bagni Fiume ebbero una connotazione a carattere familiare; i proprietari e una ristretta cerchia di parenti ed amici, qui si riunivano a godere dei benefici del mare organizzando giochi, attività sportive e feste danzanti scandite dal ritmo di un semplice grammofono che accompagnava le serate estive.
La tradizione sportiva dei bagni nacque intorno agli anni '30 quando, recintando con vecchie reti da pesca quella che è adesso l'area dedicata al "gabbione", si ottenne un campo da tennis e da pallacanestro. I Fiume furono infatti frequentati da noti esponenti del mondo sportivo sia locale che italiano e straniero come i piloti di auto che disputavano la "Coppa Montenero" e i famosi vogatori livornesi "Scarronzoni", premiati alle Olimpiadi di Los Angeles del 1932 e a quelle di Berlino del 1936.
L'espansione dei Bagni Fiume continuò anche nel secondo dopoguerra quando il bagno, quasi completamente distrutto dai bombardamenti, fu ricostruito in muratura ed ampliato dotandosi di strutture più moderne e di nuovi impianti.
In questi anni, sotto la direzione di Piero Neri, figlio del Cavaliere Tito Neri, venne realizzato, sempre con l’Impresa Marittima Neri, l'odierno complesso, cioè le imponenti scogliere foranee in massi naturali, atte a creare lo spazio necessario all’edificazione delle attuali strutture, quali la grande passeggiata, i moli con le cabine in muratura, il ristorante, gli arenili, le due grandi piscine naturali, ricavate negli specchi acquei più profondi interni alle dighe foranee con gli inconfondibili trampolini per i tuffi, che sono rimasti ancora oggi il simbolo dello stabilimento balneare.
Sempre negli anni '50 per continuare la tradizione sportiva della struttura balneare, grazie ad un intervento strutturato di recinzione e copertura della parte di piazzale utilizzata per giocare sia a basket che a calcio fu inaugurato il primo "gabbione", così denominato in "gergo" a Livorno, dove nei successivi anni '60 Armando Picchi, nipote del Cavaliere Tito Neri, stimato capitano della grande Inter, fu protagonista insieme agli amici, i noti Burnich, Facchetti, Mazzola, Lessi e tanti altri, di indimenticabili partite.
Grazie a questi interventi di ammodernamento, lo stabilimento assunse un aspetto nuovo ed accogliente, aprendosi a tutti i bagnanti livornesi. Negli ultimi decenni lo stabilimento ha acquisito una immagine più moderna, dotandosi di strutture e servizi efficienti e funzionali al passo con le moderne esigenze, mantenendo però inalterata l'originaria struttura balneare che da sempre ha caratterizzato i bagni: i due pilastri che segnano l'ingresso e l'antica scalinata di pietra e marmo, un perfetto connubio tra storia e modernità, rappresentato anche da una continuità di gestione aziendale, da parte della Famiglia Neri, sin dalla fondazione dell'attività oltre 100 anni fa.